Nei frigoriferi dei punti vaccini italiani ci sono ora circa 5,5 milioni di dosi, un arsenale che sarà a breve pronto per la vera campagna di immunizzazione di massa e l’uscita dall’interminabile incubo del Covid. Con i 2 milioni di ‘shot’ di AstraZeneca e il mezzo milione tra Moderna e Johnson&Johnson arrivati oggi e in distribuzione alle Regioni l’obiettivo, inseguito inutilmente ad aprile, delle 500 mila somministrazioni al giorno diventa possibile a maggio.
Diciamo possibile perché anche questa volta il problema è prettamente logistico. Ricorderete che non più tardi di qualche giorno fa diversi centri vaccinali sparsi per tutta Italia avevano dovuto rallentare o sospendere le somministrazioni per mancanza di dosi. Quindi potenzialmente la macchina funziona, ma senza dosi non può che andare a rilento.
A far ben sperare sono i 15 milioni di vaccini – forse 17 secondo il commissario Francesco Figliuolo – attesi per maggio e a giugno sarebbero addirittura 31 milioni. Insomma se così fosse la campagna potrebbe raggiungere l’obiettivo delle 500 mila dosi al giorno come da cronoprogramma.
Ma intanto il generale Figliouolo è più che ottimista e nel corso della registrazione di ‘Porta a Porta’ ha detto: “I dati mi danno una proiezione di una forbice (tra le 480-520mila) che dovrebbe essere attorno al target” ha detto sottolineando che ci sono “le potenzialità per arrivare anche a 600-700mila”. Numeri ancora contenuti se pensiamo che la Germania ieri ha superato il milione di dosi.
Il generale ha continuato spiegando che tra “la metà di luglio il 60%” degli italiani “dovrebbe aver avuto la prima e la seconda dose” di vaccino. Il commissario per l’emergenza ha sottolineato che in base ai piani l’immunità di gregge all’80% è “auspicata per la fine di settembre”. “Credo che in questo modo – ha aggiunto – si passerà un’estate abbastanza tranquilla, fermo restando che servirà ancora utilizzare la mascherina, rispettare il distanziamento e l’igiene”.
Sono in molti ad insistere sul bisogno di correre con le vaccinazioni, dato che proprio la campagna di immunizzazione è strettamente collegata alle prossime riaperture, per le quali si terrà conto tra l’altro della percentuale di popolazione vaccinata. Quindi le regioni non verranno valutate solo per il numero di contagi, i posti occupati in terapia intensiva o i morti, ma anche sul numero di persone immunizzate.
È notizia inoltre di poche ore fa che l’azienda farmaceutica tedesca BioNTech ha annunciato che da giugno il suo vaccino anti-Covid, prodotto in collaborazione con Pfizer, sarà disponibile anche per la fascia d’età 12-15 anni. L’amministratore delegato dell’azienda, Ugur Sahin, ha detto al settimanale Der Spiegel di essere “nella fase finale” della preparazione per la domanda di approvazione all’Ema. La valutazione dei test “richiede in media da quattro a sei settimane”, ha aggiunto.