Fosse successo in Italia, la notizia sarebbe assurta come simbolo dell’ennesimo fiasco nel gestire tutta la vicenda Covid. Un emblema della risaputa disorganizzazione italiana rispetto all’arcinota efficienza di alcuni nostri cugini europei.
E invece, il fattaccio è successo in Germania, e proprio al debutto. I tedeschi al primo giorno di vaccinazione europea hanno dovuto sospendere la somministrazione dell’agognato farmaco anti-epidemico. Ufficialmente, per “incongruenze nella registrazione delle temperature all’interno delle scatole” utilizzate per il trasporto e la consegna delle 150.000 prime dosi.
Il dubbio di non essere riusciti a mantenere costantemente il vaccino alle rigide temperature a cui deve essere conservato prima del suo utilizzo, ha infatti spinto le autorità bavaresi ad annullare le prime vaccinazioni previste nell’importante regione del Sud della Germania.
I responsabili della sanità della Baviera hanno infatti ricordato che qualora ci fosse anche il minimo sospetto che il severo protocollo previsto dalla Pfizer non sia stato rispettato, non sarà effettuata nessuna vaccinazione. E il non esser certi di aver mantenuto i -70°previsti è probabilmente l’esempio più lampante di questa politica rigida ma, come si può intuire, doverosa. Guai se infatti il vaccino non funzionasse a causa di qualche errore commesso nella sua conservazione.
In ogni caso, l’eccesso di zelo tedesco ha momentaneamente offuscato le polemiche derivanti dallo scarso numero di dosi destinate al nostro Paese (9750) rispetto ai nostri partner europei, con la Germania che è arrivata ad ottenerne ben 150.000 per il primo giorno di vaccinazione. Se non altro, le nostre, poche, sono almeno andate tutte a buon fine.
F.K.