È l’ennesima opportunità che scaturisce attraverso la nuova visione urbanistica della Variante 29 e la lungimiranza dei privati che hanno saputo coglierla.
La zona è quella tra viale del Commercio e viale del Lavoro, a due passi dalla fiera, dove a farla da padrone sono edifici industriali e produttivi tipici di questa parte della città. Per due di loro, è in atto quel processo di rigenerazione urbana ampiamente illustrato nelle ultime settimane e che trovano nel recupero di spazi degradati e abbandonati il principale punto di forza.
Qui infatti che sta per aprire il nuovo centro diagnostico Tecnomed, il terzo in città dopo quelli di piazza Isolo e di via Frattini. Un’operazione di recupero che viaggia su un doppio binario: da una parte la ristrutturazione in chiave moderna degli spazi riservati alle prestazioni sanitarie, dall’altra la rigenerazione di un esempio di archeologia industriale che diventerà un contenitore unico per la zona in cui si insedia.
L’ idea della proprietà è infatti quella di usare lo spazio come deposito della propria collezione d’arte moderna, un luogo da adibire ad una sorta di centro culturale in cui si potranno ospitare eventi e che, soprattutto, sarà aperto a tutti. Ciò in virtù delle deroghe inserite nella Variante 29 e che nello specifico, permettono un cambio di destinazione per uso temporaneo di tre anni, prorogabile a cinque, per edifici dismessi o inutilizzati che si reiventano luoghi di aggregazione, cultura e svago.
Il cantiere è già in fase avanzata, con la fine dei lavori prevista entro gennaio e l’avvio dell’attività diagnostica per la primavera. Proprio in queste ore, tecnici e operai sono concentrati sull’installazione al piano interrato del macchinario per la risonanza magnetica di ultimissima generazione, del quale il centro si è dotato per elevare ulteriormente la qualità dei propri servizi.
Sul posto si sono recati il sindaco Federico Sboarina e l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala. Con loro il proprietario dell’area e dei Centri Tecnomed Mauro De Iorio e il professor Paolo Galluzzi del Politecnico di Milano che collabora alla stesura della Variante 29, ieri in città per il webinar organizzato dall’Ordine degli Architetti sulla rigenerazione urbana diffusa.
“La cultura arriva in Zai, e lo fa attraverso la nostra visione urbanistica – ha detto il sindaco -. Ciò che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile, oggi non solo riusciamo a realizzarlo, ma diventa un valore aggiunto sia per gli investitori, che possono usufruire di specifiche deroghe, sia per i quartieri interessati dagli interventi. La nuova vita dell’ex Zai è già iniziata, e questo cantiere ne è la dimostrazione. Merito di un processo che siamo noi a governare, decidendo le destinazioni d’uso che meglio si sposano con il nostro modello di città, ma anche dei privati, che colgono le nuove opportunità di investimento presenti su tutto il territorio. Nel caso specifico di oggi, siamo di fronte non solo ad un imprenditore capace, ma anche ad grande mecenate, che mette a disposizione della città le sue collezioni d’arte“.
“La Variante 29 prevede anche questa opzione – spiega l’assessore Segala -, ovvero la possibilità di un cambio temporaneo di destinazione d’uso per immobili che vengono tolti dal degrado per essere trasformati in spazi aperti a tutti, dedicati alla cultura o ai giovani. Una novità assoluta in questa zona della città, da cui trarrà sicuramente importanti benefici”.
“Un esempio paradigmatico di ciò che si prefigge l’urbanistica moderna – ha detto Galluzzi-. La rigenerazione diffusa è un processo che mette insieme e coordina energie diverse, che a Verona sono ben rappresentate dall’Amministrazione, determinata a portare avanti un preciso disegno di città futura, e dai privati, che portano innovazione e nuove funzioni. Un progetto simile, a Milano, è stato fatto con gli spazi della Fondazione Prada, le potenzialità di Verona non sono da meno di altre grandi metropoli, è in atto una trasformazione davvero entusiasmante”.
“Come centro diagnostico c’era l’esigenza di trovare nuovi spazi per potenziare l’attività – ha detto De Iorio-. Sono rimasto affascinato da questa ex segheria e dalla possibilità di abbinare l’attività medica a quella culturale, offrendo agli utenti del centro il valore aggiunto dell’arte e della cultura. Una formula che ho già sperimentato a Trento e che ha avuto molto successo. In questa zona non mancano gli spazi da riqualificare, mi sto già guardando attorno per creare un luogo dedicato agli eventi, vista anche la vicinanza della fiera”.