È stato scelto un luogo simbolo della rigenerazione della città, le ex Officine Galtarossa, per presentare la Variante 29, il documento che detta le linee dello sviluppo urbanistico da qui al 2030 e che trova nel recupero delle aree dismesse e nel minor consumo del suolo i suoi principi cardine.
Il sindaco, Federico Sboarina, e l’assessore alla Pianificazione urbanistica, Ilaria Segala, presenti sul posto, hanno illustrato la filosofia della Variante 29 e annunciato la pubblicazione del bando per la raccolta delle manifestazioni di interesse: “Questa è la Variante del riscatto delle aree degradate e abbandonate – ha detto il sindaco -, che tornano a vivere rigenerando intere zone e quartieri cittadini. Solo un cieco non vede che Verona sta cambiando volto, grazie ad un nuovo ciclo urbanistico che rigenererà spazi industriali che hanno fatto la storia della nostra città per poi cadere nel declino negli ultimi decenni. Non è un caso se oggi siamo qui alle ex Officine Galtarossa, questo non solo è un luogo simbolo della nostra storia industriale ma è anche l’esempio perfetto degli obiettivi che perseguiamo con il nuovo documento urbanistico. Qui c’è il passato, il presente ma soprattutto il futuro di una città che va avanti con progetti innovativi e che resteranno nella storia. Penso all’area dell’ex Scalo Merci dove sorgerà il Central Park cittadino, è la madre di tutte le rigenerazioni, un progetto che non troverà mai più eguali”.
“È la prima Variante urbanistica che pianifica il consolidato, lasciando intatte le aree verdi e intervenendo solo sul costruito esistente – spiega l’assessore Segala -. A Verona sono stimate superfici di aree dismesse o degradate per circa 3 milioni e mezzo di metri quadrati, è qui che vogliamo intervenire con il contributo di privati e enti pubblici. Ma anche i cittadini hanno un ruolo fondamentale, perché possono segnalare la presenza su tutto il territorio di aree da recuperare da un punto di vista sociale, del degrado e della sicurezza. Per agevolare il processo di rigenerazione urbana nel suo complesso, abbiamo previsto una serie di agevolazioni in fase di istruttoria, dal cambio di destinazione d’uso al passaggio dei crediti edilizi su aree diverse da quelle segnalate. È una nuova filosofia di pianificare la città, che tiene conto di una serie di indicatori a cominciare da quegli elementi che riteniamo fondamentali e qualificanti per il territorio e per i suoi abitanti”.
Una nuova visione della città che finalmente è consapevole di poter sfruttare quei 3 milioni e mezzo di metro quadrati di aree oggi in stato di abbandono e degrado, a lungo inutilizzate ma che possono tornare ad avere grandi potenzialità per il contesto in cui sono inserite.
Tra queste aree ci sono le ex officine Galtarossa, ma anche l’ex Manifattura Tabacchi, la Gallerie Mercatali e Adige Docks, che sono diventati i simboli della svolta urbanistica che l’Amministrazione Sboarina sta cercando di imprimere alla città, progetto condiviso da molti privati che hanno accettato la sfida nonostante il difficile contesto causato dalla pandemia.
Con la nuova Variante si apre quindi la fondamentale partita dei bandi per la raccolta di manifestazioni di interesse: l’obiettivo è quello di raccogliere la disponibilità di soggetti privati o pubblici a intraprendere interventi di riqualificazione urbana, ambientale ed edilizia o azioni di riuso temporaneo.
Per questo tutti gli immobili e le aree segnalate saranno inseriti in un’apposita mappa e, nel momento in cui partirà la fase istruttoria, potranno accedere ad una serie di incentivi e agevolazioni affinché il processo di rigenerazione possa avviarsi in tempi stretti e ben definiti.
Il bando per le Manifestazioni di interesse – che si raccoglieranno a partire dal 17 novembre fino a Natale – si articola in quattro tipologie di avvisi: il primo prevede la riqualificazione urbana attraverso interventi localizzati in ambienti degradati, con possibilità di trasferimenti volumetrici nel rispetto del PAT, andando a lavorare all’interno di un’urbanizzazione consolidata. Si prevede infatti di riusare lo spazio, creando nuovi luoghi efficienti sotto tutti i punti di vista ambientali, con lo scopo di incentivare anche la socialità.
Il secondo interviene sulle aree soggette a degrado ambientale, quindi capannoni, magari di ambito agricolo o pericolosi per la salute pubblica, che si vogliono demolire, rinaturalizzare, prendere in credito edilizio spostando la volumetria in altre parti sempre all’interno del consolidato, a favore dell’ambiente.
Il terzo prevede un riuso temporaneo di tre anni, prorogabile a cinque di edifici dismessi o inutilizzati, riattivando così i luoghi, creando nuovi posti di aggregazione, coinvolgendo risorse culturali e associative, per creare nuovi spazi di vita, lavoro, studio e svago. Gli edifici possono essere localizzati su tutto il territorio comunale, ad eccezione della zona agricola.
Il quarto riguarda invece la segnalazione di ambiti di degrado, con i cittadini che possono segnalare tutti quei posti che sono soggetti a problemi di decadimento dal punto di vista urbano, sociale, architettonico e ambientale.