È partita agli inizi di settembre la vendemmia nel Feltrino con le varietà precoci e l’annata si preannuncia buona sia per qualità che per quantità. Si stima, infatti, un aumento della produzione dovuto all’incremento di superficie produttiva, che si è riscontrato soprattutto nelle varietà Glera e in quelle autoctone, cioè legate al territorio feltrino, come Pavana, Gata e Bianchetta.
“Saremo sui livelli della scorsa annata, che fu buona – spiega Enzo Guarnieri, vicepresidente di Confagricoltura Belluno e presidente del Consorzio Coste del Feltrino -, anche se per scaramanzia non vogliamo cantare vittoria troppo presto, perché c’è ancora il rischio di marciumi e di sorprese meteo (i danni sono stati limitati). Gli ettari in produzione sono circa 40, con un potenziale produttivo di 300.000 bottiglie”.
Qualche problema legato alla manodopera c’è, anche se non così grave come altrove: “Nel Bellunese c’è una carenza cronica, più che un aggravamento legato al Covid – spiega Guarnieri -. Tuttavia, avendo un raccolto vendemmiale minore, riusciamo a far fronte con l’ausilio di familiari, conoscenti e gente del posto. Il Coronavirus pesa, invece, in termini di giacenze, dovuto ai mesi di lockdown e soprattutto alla chiusura di ristoranti, bar e hotel. Il vantaggio delle cantine bellunesi è che la maggior parte dei vini non è da consumo immediato e perciò non dovremo adottare misure drastiche”.
Guarnieri ha spiegato che: “La pandemia ha causato invece un rallentamento nelle pratiche per la doc Coste del Feltrino. Eravamo fiduciosi di arrivare al traguardo nel 2021, ma l’iter con l’emergenza si è interrotto e temo perciò che dovremo pazientare per avere la denominazione, strumento importantissimo di controllo del rispetto da parte di tutti i produttori del disciplinare e delle norme di legge”.
Nel Bellunese, secondo i dati 2019 di Veneto Agricoltura, le aziende vitivinicole sono 143 e la superficie vitata complessiva è di 212 ettari, di cui circa l’80 per cento a bacca bianca e il 20 per cento a bacca nera. La varietà in forte incremento è la Glera, cioè l’uva utilizzata per il Prosecco, che rappresenta circa il 60 per cento sul totale, seguita da Chardonnay (30 per cento) e Pinot Grigio (12,03).