Il 24 ottobre inizierà l’udienza preliminare del procedimento per falso in prospetto, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza e aggiotaggio, che vede imputato l’ex ad di Veneto Banca Vincenzo Consoli.
A quanto pare gli azionisti truffati si stanno costituendo parte civile a lato degli avvocati Luigi Fadalti e Sergio Calvetti, del Movimento per la Difesa del Cittadino e del Codancons, che dice in una nota: “Il Codacons assiste in Italia il maggior numero di risparmiatori truffati dalle banche e ha deciso di avviare una costituzione di parte civile di massa in favore degli azionisti di Veneto Banca: tutti coloro che intendano partecipare al processo e chiedere il risarcimento dei danni materiali e morali subiti possono partecipare all’azione”.
Vincenzo Consoli, secondo i magistrati trevigiani «gestiva la banca come fosse una cosa sua. Ogni cosa veniva decisa da lui e chi non si atteneva alle sue decisioni veniva sostituito». Consoli è accusato di aver comunicato a Bankitalia, tra il 2012 e il 2013, un patrimonio gonfiato, perché dai 2,3 miliardi dichiarati dovevano essere tolti: 430 milioni di azioni baciate, 131 di accantonamenti su rischi aggiuntivi e ulteriori perdite su crediti per 1,1 miliardi, oltre a 600 milioni di euro in più di crediti in sofferenza. Così il patrimonio sarebbe sceso a 613 milioni.
«Veneto Banca fu in realtà il risultato di un effetto domino reputazionale, a partire dalle voci sulla necessità di cambiare il cda alla perquisizione della Guardia di Finanza avvenuta in diretta televisiva» si è difeso l’ex amministratore delegato nelle tre ore di interrogatorio davanti ai sostituti De Bortoli e Cama. Tutto ciò ha portato alla liquidazione amministrativa coatta della banca nell’estate del 2017.
«Leggeremo le carte della richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Treviso – ha spiegato Andrea Arman, del coordinamento Don Torta – e faremo le nostre valutazioni. La strategia processuale dei truffati che rappresentiamo è chiara: c’è stata una cattiva gestione della banca da parte di Consoli, ma riteniamo che vi siano gravissime responsabilità da parte degli organi di vigilanza, a cominciare dalla Banca d’Italia per finire con la Consob. Perché chi doveva controllare non lo ha fatto, con il risultato che migliaia di persone hanno perso tutti i loro risparmi».