Durante la deposizione di ieri del commissario liquidatore, Giuseppe Vidau, emergono altri inquietanti particolari sulla situazione nella quale già da fine 2013 versava Veneto Banca, tre anni e mezzo prima che finisse per decreto in liquidazione amministrativa coatta.
Nel corso dell’udienza che vede l’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli unico imputato per i reati di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto, Vidau rispondendo alla domanda posta dall’avvocato Luigi Fadalti, uno dei legali delle parti civili, ha detto: “Il concetto di insolvenza bancaria è molto scivoloso diciamo che alla fine del 2013 Veneto Banca non avrebbe più potuto operare nel settore”.
Ci sono infatti 144 milioni di euro di “baciate”, azioni sottoscritte da clienti con soldi finanziati direttamente da Veneto Banca il cui importo però non è stato sottratto al patrimonio dell’istituto, a cui va ad aggiungersi l’enorme quantità di crediti deteriorati della banca. “Il management – spiega il commissario – dichiara che, sempre alla fine del 2013, sono il 7% del totale, ma una riclassificazione operata dal nostro team porta quel valore addirittura al 40%”.
Prosegue intanto il lavoro di indennizzo nei confronti dei cittadini che sono stati truffati dalle banche: ad oggi, a fronte di mezzo miliardo autorizzato, sono stati già bonificati 332,5 milioni di euro, di cui 192.742.790 euro nel solo Veneto a favore di 26418 risparmiatori per 26811 domande. Ad annunciarlo è Federico D’Incà, Ministro per i Rapporti con il Parlamento in riferimento ai dati forniti da Consap sugli indennizzi.