Indagine ferma perché il server informatico non funziona, sembra fantascienza e invece purtroppo è la realtà. Con l’avvicinarsi dei termini della prescrizione rischiano di andare in fumo anni di inchieste sul crac di Veneto Banca. A lanciare l’allarme è stato il magistrato Massimo De Bortoli, procuratore reggente a Treviso e titolare assieme alla collega Gabriella Cama dei fascicoli relativi al dissesto dell’ex popolare di Montebelluna.
Un altro processo importante, con migliaia di parti lese, che rischia di finire in prescrizione. Ma davvero la colpa può essere ‘solo’ di un server che ha causato un ingorgo informatico? Questo problema sta rendendo impossibile notificare gli avvisi di conclusione indagini preliminari – e mettere a disposizione i relativi atti – a otto manager di Veneto Banca di Montebelluna, il cui nome è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Treviso.
Attenzione però non si tratta del filone principale (aperto nel 2015) per aggiotaggio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza bancaria, che vede come unico imputato l’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli: quello è ormai destinato alla prescrizione, visto che non si è arrivati nemmeno alla sentenza di primo grado. A essersi inceppato è l’iter processuale di un secondo fascicolo, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata a una truffa da 100 milioni di euro e circa tremila parti lese.
“Il materiale processuale non è di fatto trasmissibile perché ogni volta che cerchiamo di caricarlo il server si blocca“, ha denunciato il magistrato, che già in passato si era lamentato di fronte al Csm per il fatto che le toghe trevigiane non avessero ricevuto aiuti per sostenere un’inchiesta così gravosa.
La Procura si appoggia su un server degli uffici giudiziari che si trova a Padova, ma che non riesce a ricevere i documenti, per il loro peso eccessivo. De Bortoli spiega: “Ai primi di luglio abbiamo chiesto al servizio di assistenza tecnica che si trova a Bologna di effettuare direttamente il montaggio, ma non è ancora arrivata una risposta”.
Ma i tempi tecnici non sono quelli della giustizia: secondo le parti civili la data di commissione del reato andrebbe individuata nel 25 giugno 2017, quando venne dichiarata la liquidazione coatta di Veneto Banca. Visto che i tempi della prescrizione della truffa sono di 7 anni e mezzo, la ghigliottina della prescrizione scatterebbe a fine dicembre 2024.
Se invece il reato si considerasse consumato nel luglio 2014, quando fu deciso l’aumento di capitale dell’istituto di credito veneto, allora la prescrizione sarebbe ormai alle porte, nel gennaio 2022, senza che sia stato chiesto nemmeno il rinvio a giudizio.
Alle migliaia di risparmiatori di Veneto Banca affidano le loro speranze a un terzo filone, aperto con l’ipotesi di bancarotta, che però è ancora in fase di indagini preliminari.