È stato aggiornato al 19 aprile il processo davanti al Tribunale di Treviso all’ex ad di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, imputato di ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto. La prima udienza di ieri è stata dedicata alla costituzione delle parti civili e alle istanze preliminari delle parti.
Il pm Massimo De Bortoli ha chiesto di sentire 30 testimoni, la difesa 200. L’avvocato Ermenegildo Costabile, difensore di Consoli, ha avanzato richiesta di incompetenza territoriale a Treviso, perché due giudici del Distretto d’appello di Venezia sono o erano azionisti della banca, e ha chiesto la trasmissione degli atti a Trento.
Chiesta anche l’esclusione di alcune parti civili, fra cui i risparmiatori che avevano accettato la transazione nel 2017, e di alcune associazioni di risparmiatori. “Non sono mai stato prima in un tribunale – ha detto ai giornalisti all’uscita Consoli -. Posso dire di aver visto il collegio giudicante attento e sereno, e dunque sono fiducioso”.
Uscendo dall’aula, Consoli ha detto di ritenere quella di in tribunale“un’esperienza pesante. Prima o poi parlerò, oggi non ha senso, aspettiamo che finisca il processo. Rifarei esattamente tutto quello che ho fatto tranne acquistare i due milioni di titoli del 2014 e 2015 quando io non c’ero più – ha concluso – perché sono soldi che ho perso”.
Il difensore, rivolgendosi ai giornalisti, ha assicurato che sentiranno in aula dalla voce di Consoli quale fosse la sua dedizione per la banca. “Veneto Banca, più che la sua famiglia, era la sua vita. Prova ne sia il fatto che lui stesso ha perso in titoli sette milioni, due dei quali aderendo all’ultimo aumento di capitale del 2015”.