La pandemia ha inferto un duro colpo all’industria veneta nel 2020, a causa soprattutto della forte diminuzione della domanda, interna ed estera, conseguente alle misure di contenimento introdotte in Italia e negli altri Paesi colpiti dal virus. Lo scorso anno la produzione manifatturiera regionale è diminuita del -8,6% rispetto al 2019. Il recupero nei mesi estivi (-2,4%) e negli ultimi tre mesi dell’anno (-2,1%) hanno contribuito in modo determinante a limitare le perdite.
Nel quarto trimestre 2020 l’industria veneta registra quindi una tenuta nonostante molte realtà territoriali siano ancora interessate da provvedimenti di lockdown più o meno stringenti. La variazione congiunturale destagionalizzata dell’ultimo trimestre dell’anno è risultata pari al +2,5%.
L’indagine VenetoCongiuntura di Unioncamere del Veneto condotta in gennaio 2021 su un campione di oltre 2.100 imprese con almeno 10 addetti, a cui fanno riferimento oltre 83 mila occupati, ha mostrato tra gli imprenditori un certo attendismo per i prossimi mesi, poiché il clima rimane inevitabilmente complesso e incerto per l’evoluzione sconosciuta della pandemia.
Guardando all’insieme delle imprese manifatturiere, sotto il profilo dimensionale a soffrire maggiormente della situazione di emergenza sono le imprese di piccole dimensioni (10-49 addetti, -3,1%) mentre quelle medio-grandi registrano una flessione minore (50 addetti e più, -1,7%). Osservando la tipologia di bene la diminuzione è determinata soprattutto dalle imprese che producono beni di investimento (-3,5%) e di consumo (-2,9%), mentre risulta inferiore alla media regionale la decrescita per le aziende che producono beni intermedi (-0,6%).
A livello settoriale le imprese della gomma e plastica (+3,9%), le altre imprese manifatturiere che includono la farmaceutica (+2,8%), delle macchine elettriche ed elettroniche (+0,6%) e del marmo, vetro e ceramica (+0,4%) evidenziano un aumento della produzione annua; stabile la situazione del legno e mobile. Tutti gli altri settori mostrano invece una flessione. Ad accusare un maggiore crollo sono i comparti alimentare e bevande (-6,5%), carta e stampa (-4,4%), macchine ed apparecchi meccanici (-2,6%) e tessile e abbigliamento (-2,4%). La perdita è più contenuta, con valori vicini alla media regionale, per i settori metalli e prodotti in metallo (-2,2%), e mezzi di trasporto (-1,5%).
Nel quarto trimestre del 2020 la quota di imprese che registrano una diminuzione dei livelli produttivi diminuisce al 48% (rispetto al 51% del terzo trimestre, al 75% del secondo trimestre e al 62% del primo trimestre dell’anno) e aumenta la quota di quelle che dichiarano un incremento della produzione al 48% (era 37% lo scorso trimestre, 15% il secondo trimestre e 25% il primo trimestre 2020).
“Nel quarto trimestre – spiega Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto – l’industria regionale regge ed ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per uscire da questa fase complicata, ma da sole le imprese non possono farcela. Le parole del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, sono sicuramente un segnale positivo e confortante siamo d’accordo con lui sul fatto che tutte le aziende non possono essere salvate ed infatti ci auguriamo che il metodo Alitalia con i miliardi dei contribuenti utilizzati per tenere in piedi la società finisca per essere sostituito da un modello in grado di sostenere quelle aziende virtuose e che innovano”.
E continua: “Il sistema camerale è pronto a fare la sua parte come ha fatto in questi mesi diventando ‘l’ambulanza delle imprese’ supportandole sotto ogni punto di vista non solo per superare l’emergenza, ma soprattutto per guardare al futuro puntando su digitalizzazione ed innovazione. E lo facciamo attraverso progetti che sono un punto di riferimento a livello nazionale come la Data Room in fiera a Padova per accompagnare la digitalizzazione delle imprese o la New.co nata pochi mesi fa per sostenere l’internazionalizzazione e attraverso la sinergia con la Regione che sta portando risultati importanti”.