Il 2020 volge al termine e VeNetWork, rete di imprenditori del Veneto, attraverso il suo presidente Alberto Baban, cerca di capire quelle che potrebbero essere le ricadute dello choc pandemico sui bilanci delle imprese del Nordest. Molte infatti andranno incontro a situazioni di tensione finanziaria. E in loro aiuto potrebbero intervenire operatori qualificati e affidabili del mercato della finanza e dei capitali o lo stesso Stato.
Ci si chiede allora come ripartire. E, una cosa è chiara, dopo una crisi così grave e pervasiva, non si potrà pensare di farlo riproponendo gli stessi vecchi schemi del mercato. Molte imprese saranno costrette a cambiare radicalmente l’approccio al proprio business. I progressi tecnologici sono sotto gli occhi di tutti e diventa fondamentale accelerare quella trasformazione, che era già in atto, ma che non è stata completata.
“Gli effetti della pandemia sono stati devastanti per molti settori e le conseguenze sul mercato del lavoro si faranno sentire una volta terminati i vincoli governativi sul divieto di licenziamento. A questo punto bisognerà intervenire in aiuto di quelle aziende che hanno buone prospettive di mercato, ma non hanno le risorse necessarie per ripartire. I capitali del private equity o le società che fanno capo a investitori, come imprenditori o family business, sono sicuramente una buona soluzione per aiutare queste imprese”, commenta Baban.
Secondo Venetwork , gli interventi a sostegno delle aziende saranno fondamentali e strategici perché, come sottolinea il presidente, “potremmo assistere al paradosso della ripresa della domanda, con imprese impreparate a rispondere a causa della scarsità di risorse finanziarie. Del resto, la sottocapitalizzazione è sempre stata un problema delle nostre piccole e medie imprese. E, quindi, anche in questo caso, la soluzione passa attraverso un’iniezione di capitali, o all’alternativa di aggregarsi. È importante cambiare dimensione, accelerare lo sviluppo e soprattutto evitare di perdere il know-how del nostro capitale umano”
“Nonostante la pandemia, il mondo ha continuato a progredire nella direzione tecnologica e i mercati sono diventati ancora più competitivi. Tutto questo implica un’accelerazione negli investimenti. Tra l’altro green new deal e digitalizzazione sono indicati dall’Europa come driver per investire le risorse del Recovery Fund, perciò anche gli investitori andranno nella stessa direzione: sostenibilità ambientale, processi produttivi ad impatto zero e trasformazione digitale”.