Le grandi navi di dimensioni superiori alle 25mila tonnellate da agosto saranno spostate a Marghera. Si prevedono indennizzi e cassa integrazione per aiutare i lavoratori coinvolti dalla misura. Il Cdm vara il decreto.
A Ca’ Farsetti, inattesa di leggere il testo definitivo, si vede una certa soddisfazione, una soluzione che il sindaco, Luigi Brugnaro, chiedeva da 12 anni, da quando rappresentava la Confindustria veneziana.
Auspicio dell’amministrazione comunale è che siano ora realizzati in fretta i lavori per attrezzare le banchine di approdo a Marghera e per garantire un futuro alla Marittima e, di conseguenza, il lavoro a quanti vivono grazie alla croceristica e al porto.
Soddisfatto del decreto sulle Grandi Navi il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che sottolinea, “supera le stesse prescrizioni dell’Unesco, limitando il traffico alle navi di stazza inferiore alle venticinquemila tonnellate, e stabilisce un principio inderogabile, dichiarando monumento nazionale le vie urbane d’acqua Bacino di San Marco, Canale di San Marco e Canale della Giudecca di Venezia”.
Il titolare della cultura ha sottolineato che l’approvazione del decreto fa di questa “davvero una giornata importante: non è esagerato definirla storica perché dopo anni di attesa dal primo agosto non passeranno più grandi navi davanti San Marco e il canale della Giudecca“.
Il fatto che il decreto approvato oggi preveda la realizzazione di approdi diffusi a Marghera per le grandi navi da crociera è positivo, ma per approvarlo “avrebbero potuto aspettare un paio di mesi”, in quanto le navi in arrivo di qui a fine stagione, quindi a fine settembre, non sono poi molte e impedire il passaggio per il bacino di San Marco già dal 1 agosto “affossa un settore che è rimasto fermo per oltre un anno e mezzo”.
Lo spiega alla ‘Dire’ il vicesindaco di Venezia e assessore comunale al Porto Andrea Tomaello, secondo cui sarebbe stato opportuno aspettare e nel prendere la decisione il Governo “ha seguito le pressioni internazionali invece di ascoltare la città”.
La speranza è che almeno “i ristori che sono stati garantiti nel decreto siano consistenti e riguardino non solo i lavoratori diretti ma anche tutti quelli dell’indotto“, continua Tomaello. E per quanto riguarda il Pd veneziano, che in una nota afferma che il decreto accoglie molte delle istanze dem, “dico che non si è ancora capito che posizione hanno sulle grandi navi. Una parte di loro va a manifestare con i No grandi navi, una parte festeggia oggi per una soluzione che è quella proposta dal sindaco…Intanto per nove anni non hanno fatto niente e se Draghi si è trovato ad approvare questo decreto in maniera affrettata per rispondere a istanze Unesco è colpa loro”, conclude il vice sindaco.