Nei giorni scorsi è stata formalizzata la vendita del Baglioni Hotel Luna, uno degli alberghi più iconici ed eleganti di Venezia, a due passi da piazza San Marco. Ad acquistarlo è stata la famiglia inglese Reuben, che ha costruito la propria fortuna nel settore dell’alluminio e che da un po’ di anni è entrata anche nel comparto alberghiero con investimenti significativi e che già nel 2017 aveva acquisito Palazzo Experimental alle Zattere.
Si dice che solo per l’immobile sia stata spesa una cifra attorno ai cento milioni di euro e che siano già previsti importanti lavori di riqualificazione, che restituiranno lo splendido albergo alla città per l’apertura estiva, con un nuovo bar e ristorante.
Tutto il settore ricettivo veneziano è ormai in ginocchio e qualcuno comincia a parlare di vera e propria “campagna acquisti”, come sta accadendo già da mesi anche a Milano, dove ci sono grandi gruppi di investitori stranieri che si stanno muovendo in maniera riservata alla ricerca di alberghi e palazzi da ristrutturare e rilanciare.
Claudio Scarpa, dell’Associazione Veneziana Albergatori, AVA, da tempo va ripetendo che la crisi del turismo non è uguale dappertutto e, che quella veneziana è un caso a sé, che al massimo può essere comparata con quella di altre città d’arte come Firenze e Roma, perché, per chi lavorava prevalentemente con il turismo straniero, il colpo è stato devastante.
Così, a Venezia in questo momento, oltra a qualche struttura di pregio, ci sono in vendita soprattutto realtà medio-piccole, con 20/30 camere, tra le quali, molti bed&breakfast e, qualcuno dice di averne contate una cinquantina, tra i portali più noti e, come lamenta Scarpa, “tra i tanti albergatori in difficoltà, il rischio è che resista solo chi aveva dei soldi da parte, mentre tutti gli altri saranno costretti a vendere”.
E infatti, le voci si stanno rincorrendo e sono sempre più numerosi coloro che si presentano sul mercato interessati a comprare. “E, almeno parliamo di gente onesta”, ribadisce Scarpa, che invece nei mesi scorsi aveva lanciato l’allarme su infiltrazioni di capitali di dubbia provenienza.
L’appello che lancia l’associazione degli albergatori in questo momento è quello di cercare di resistere, anche perché i prezzi si sono molto abbassati. Le situazioni più complicate sono quelle delle strutture in affitto, che non possiedono l’immobile della propria attività.
Quello che AVA con Federalberghi chiede al governo è un intervento significativo per “ristorare in maniera congrua e adeguata, ma anche per creare le condizioni affinché possano venire acquisiti gli immobili, lasciando la gestione agli albergatori.