I mesi passano e, a quasi un anno dall’inizio di questa pandemia, la situazione per Venezia diventa di giorno in giorno più drammatica: “Venezia è allo stremo delle forze. In centro storico rischiamo che chi arriva con la valigia di soldi si porti via le attività migliori”, ha commentato l’assessore alle Attività produttive, Sebastiano Costalonga. Chi investe in laguna oggi, in piena crisi economica, è entrato nel mirino della guardia di finanza, intenzionata a comprendere la provenienza di questi ‘fondi’, spesso appartenenti a cittadini di nazionalità cinese.
“Le aziende più robuste ancora ce la fanno, quelle più fragili stanno cedendo, dopo essere andate in banca a indebitarsi, o hanno già gettato la spugna – ha continuato Costalonga -. Nella conferenza programmata per venerdì sottoscriveremo un protocollo con le associazioni d’impresa e i proprietari degli immobili per un’intesa sugli affitti, cercando di trovare soluzioni per tenere viva la città e remare tutti nella stessa direzione. Il pericolo d’infiltrazioni è troppo alto, servono controlli serrati per evitare la concorrenza sleale”.
“L’attenzione deve restare alta, Venezia è una città particolare – dice l’assessore – e se in questi ultimi 40 anni la monocultura turistica è dilagata la responsabilità è anche di chi ha amministrato. Se fossi al posto del sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta farei lo sciopero della fame pur di avere i 150 milioni della legge speciale, che ora servono a sostenere anche le attività economiche. I ristori arrivati sono briciole”.
Arriva a stretto giro la risposta di Baretta: “Sono affluiti un miliardo e mezzo di euro, di cui 300 milioni solo per la legge speciale. Nel 2020 al Comune sono andati 100 milioni, di cui 15 per i ristori Covid, 112 a fondo perduto alle imprese e 116 per le sospensioni dei pagamenti. È la prova che il lavoro si fa e continueremo a farlo“.
Ormai dovunque per la città, in ogni calle, si vedono cartelli ‘vendesi’ e ‘affittasi’, e fa male al cuore, forse è il caso di ripensare la città in una nuova prospettiva, non solo come ‘contenitore’ per il turismo di massa, ma come luogo da vivere anche per i cittadini.