Se ne parla da un po’ e, ieri, il professor Giorgio Palù, intervenuto durante il punto stampa regionale, ha dato un’anteprima del futuro della ricerca in tema di pandemie. “Spero nasca questo consorzio nazionale legato a un progetto di ricerca sulle Nuove Pandemie perché altre ne verranno e dobbiamo essere preparati. – spiega il microbiologo e virologo ora ai vertici di Aifa – .Io posso anticipare come si era già detto con il presidente Zaia e con l’assessore Lanzarin che Venezia potrebbe diventare la sede di una unità internazionale per lo studio delle pandemie. Il premier Mario Draghi, che comunque avrà l’ultima parola, ha accolto questa proposta di Venezia come sede per le riunioni del Global Health Forum“.
Palù spiega che, nella riunione di due giorni fa per la commissione del G20, se n’è parlato nel dettaglio. “Alla commissione, per l’Italia, – spiega il professore – eravamo presenti Brusaferro ed io. Abbiamo proiettato le immagini di Venezia che, durante l’esperienza della peste, ha inventato i lazzaretti, i medici della peste, i tre procuratori di San Marco che controllavano le pandemie e le quarantene”. Il professore specifica che “anche nel Pnrr c’è questa proposta”. Quale strada migliore, dunque, del G20 ospitato proprio all’Arsenale di Venezia dal 7 all’11 luglio? Una sorta d’anteprima di quella task force che Palù, e pare anche il premier, immagina come un insieme di professionisti con competenze diverse.
“La cosa importante – racconta Palù – sarà avere un’unità composta non solo da virologi, immunologi, igienisti, epidemiologi ma anche da sociologi ed economisti. Probabilmente ogni Paese si sta già dotando di strutture analoghe. Ieri se n’è parlato e secondo me i veneti dovrebbero dire che Venezia è la sede ideale perché con l’esperienza della peste già dal 1348 ha educato il mondo”.