Sembra che sia allo studio del governo, nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, una serie di lotterie incentrate sull’emissione di scontrini fiscali e pagamenti attraverso moneta elettronica e alte forme di moneta digitale.
Non vi annoieremo con la descrizione degli assai complessi e parecchio burocratici meccanismi di partecipazione. Ci basta dire che il funzionamento è pressapoco questo: più scontrini si pagano per via elettronica più aumentano le possibilità di vincere un “premio” (rimborsi percentuali o vere e proprie dazioni in denaro).
Insomma, per partecipare alla nuova riffa di Stato, aumentando le possibilità di vincita occorrerà pagare tutto e sempre con moneta elettronica, anche il cappuccino e il quotidiano: in altre parole dire addio ai contanti! La ratio ispiratrice è evidentemente quella della volontà di limitare l’evasione fiscale, nobilissima e giustissima battaglia che tutti non possono non condividere.
Ma, viene da domandarsi, è questa la strada da seguire? È questa la medicina giusta per portare l’Italia almeno sui parametri medi di utilizzo dei pagamenti elettronici e abbassare il livello di evasione fiscale?
Come tutte le medicine, anche le più utili ed efficaci (e non ci pare sia questo il caso) anche questa porta con sé molti e gravi effetti collaterali: tutto quello che noi faremo sarà controllabile, i nostri dati sotto controllo, ci sarà sempre “qualcuno” in grado di conoscere dove siamo andati, per quanto tempo, che cosa abbiamo comprato, quanto abbiamo speso… insomma, una totale invasione della nostra privacy che – e pensare che esiste persino una autority per la tutela della stessa, ogni giorno segna un arretramento.
Sia chiaro: tutte le volte i fini sono condivisibile e giustificati. Quando si riempirono le nostre strade e le nostre città di telecamere lo si fece per una sacrosanta lotta all’illegalità ma si perse già allora un pezzetto di libertà; quando si consentono intercettazioni telefoniche e ambientali lo scopo è quello giustificabilissimo di contrastare l’illegalità, ma intanto non siamo più sicuri di non essere ascoltati persino nei momenti più privati e più intimi.
Molte atrocità di cui l’umanità si è macchiata nella sua storia sono state commesse in nome di battaglie ritenute indispensabili e necessarie: si pensi a quelle commesse in nome della fede, qualsiasi fede, religiosa….
Il grave è che l’individuo, appartiene alla natura umana, si abitua, si adatta, non ci fa più caso e non considera che certe pratiche nelle mani sbagliate possono essere uno strumento di controllo e di dominio formidabile.
E quindi: siamo sicuri che l’utilizzo di strumenti che ci seguono ovunque e in ogni cosa e sanno tutto di noi e la rendono “controllabile” da qualcun altro sia cosa buona?
Qualche riflessione vale la pena farla!
il Passante