La storia è sempre la stessa: all’agricoltore un chilo di verdura viene pagato una miseria e il consumatore quello stesso chilo lo paga a prezzo d’oro. Per fare solo alcuni esempi, le patate che vengono pagate 20 centesimi al chilo agli agricoltori, poi finiscono sugli scaffali della grande distribuzione a prezzi che oscillano tra 1,40 e 1,80 euro. L’insalata passa dall’euro e mezzo riconosciuto al produttore ai 2,48 euro chiesti ai consumatori; l’aglio schizza da 3,40 euro fin anche alle soglie dei 12 euro al chilo; la cipolla passa dagli 80 cent pagati al contadino ai 2,48 con cui viene etichettata al supermercato. E l’elenco potrebbe essere ben più lungo.
A riportare l’attenzione su questo “paradosso” è stato un recente studio di Cia Rovigo, che ha sottolineato come in provincia il caso più clamoroso sia quello delle patate, con un rincaro del 900%. Una situazione che deve essere risolta al più presto se non vogliamo che il sistema esploda.
In un momento in cui aumentano le vendite degli ortofrutticoli (+12,2%) e crescono i prezzi finali degli stessi sugli scaffali, (fino ad un +30%), diminuisce di contro (o, se va bene, rimane invariato) il valore in termini economici riconosciuto agli imprenditori agricoli.
“Questi sono dati oggettivi, che nessuno può confutare – sottolinea il presidente di Cia Rovigo, Giordano Aglio – rincari di tale portata, che riscontriamo lungo tutta la filiera, non hanno alcuna giustificazione”. Più in generale, osserva, “ci troviamo a fare i conti con un paradosso. La vendita di ortaggi e frutta continua a registrare un trend più che positivo, anche dopo il lockdown, eppure ai produttori rimangono solamente le briciole”.
E continua: “In un contesto in cui sta tornando prepotentemente l’emergenza sanitaria, la filiera agroalimentare, che fornisce un servizio essenziale alla popolazione, incredibilmente viene ancor più bastonata. Un’assurdità, se pensiamo che il mondo agricolo sta dimostrando un profondo senso di responsabilità nei confronti della cittadinanza”.
“Le istituzioni – conclude Aglio – sono chiamate a dare delle risposte concrete, immediate. Altrimenti l’agricoltura è destinata a naufragare in tutta Italia. Sarebbe un disastro”.