La Commissione europea promuove a pieni voti il piano di rilancio nazionale e vengono così assicurati all’Italia i primi 25 miliardi di euro entro luglio. È solo l‘anticipo dei 191,5 miliardi che entreranno nelle casse dello stato gradualmente fino al 2026, consentendo di sbloccare le riforme e gli investimenti che, speriamo, cambieranno economia e società.
Una rivoluzione che mira a far riguadagnare all’Italia le posizioni perse per quanto riguarda crescita, occupazione, produttività e competitività. Bruxelles ne è convinta e vuole sostenere il nostro Paese, per questo ha assegnato al Pnrr italiano tutte A, e soltanto una B, in continuità con gli altri giudizi pubblicati finora.
Sarà la presidente Ursula von der Leyen a svelare la pagella italiana oggi a Roma, durante il suo incontro con il premier Mario Draghi. Il via libera al Piano italiano sarà suggellato sul palcoscenico di Cinecittà, la cittadella cinematografica di Roma. Accompagnato dall’ad di Cinecittà, Nicola Maccanico, il premier accompagnerà infatti la presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen in un tour per teatri e set, partendo proprio dal mitico Studio 5 che fu di Fellini.
Il Pnrr italiano per la Commissione “rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale”, e “contribuisce in maniera efficace ad affrontare le sfide identificate dalle raccomandazioni” specifiche della Ue. Inoltre “rafforza il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro, e la resilienza economica, sociale ed istituzionale”. Le misure poi “non arrecano danni” agli obiettivi ambientali della Ue, cioè non si contraddicono, e contribuiscono in modo efficace sia alla transizione energetica che a quella digitale. Avranno inoltre un “impatto duraturo” sull’Italia che è anche riuscita ad assicurare un “efficace monitoraggio” dell’attuazione del piano. Anche il meccanismo di controllo anti-frodi è giudicato efficace. Infine, tutte le misure del Pnrr sono “coerenti”.
Bruxelles rileva poi che il piano è “ben allineato” al Green Deal, con il 37% di misure indirizzate alla transizione climatica, tra cui progetti di efficientamento energetico degli edifici (Superbonus) e per favorire la concorrenza nel mercato del gas e dell’elettricità. Al digitale è dedicato invece il 25% del piano, con misure per la digitalizzazione delle imprese, incentivi fiscali per la transizione 4.0, la banda larga e il sostegno a ricerca e innovazione.