“La città di Vicenza e le ville del Palladio in Veneto” sono uno dei 55 siti dell’Unesco, esattamente come le colline del Prosecco nel Trevigiano. La differenza, tra le geometrie del Palladio e i paesaggi della Marca, oltreché sostanziale e storica, sta nel sistema di gestione che i due siti si sono dati.
Treviso infatti, quando lo scorso anno ha ricevuto il riconoscimento di “patrimonio dell’Umanità” dall’Unesco, ha costruito attorno a tutti i diversi enti e istituzioni coinvolti, nella sua gestione e promozione, una realtà associativa unica.
“Una struttura più snella, che consente di essere più veloci nelle decisioni”, ha dichiarato Simona Siotto, assessore alla Cultura del comune di Vicenza, che punterebbe a portare anche il sito berico verso la forma associativa trevigiana.
Attualmente infatti, Vicenza e le Ville del Palladio sono gestite da un “comitato di pilotaggio”, composto da 19 enti e istituzioni, di sei diverse province venete, tra le quali ci sono anche rappresentanti del Ministero dei Beni culturali e delle Soprintendenze attive sul territorio regionale.
Il problema secondo l’assessore Siotto, è che “tutti hanno la stessa voce in capitolo, anche chi materialmente non possiede beni tutelati”. La questione potrebbe essere facilmente superata, trasformando l’attuale comitato di gestione in un’associazione, con un consiglio direttivo ristretto e con dei tavoli tecnici ad hoc per ogni diverso aspetto legato alla tutela, dalla valorizzazione alla promozione.
La costituzione di un’associazione permetterebbe inoltre di “poter includere altri soggetti, come le diverse categorie economiche, con l’obiettivo concreto di poter godere di sponsorizzazioni, che abbiano una ragione fiscale di esistere”, ha sottolineato Siotto. La strategia sarebbe quella di cambiare per creare nuove opportunità.
Ma la necessità di adottare una forma nuova deriva anche da una questione del recente passato, relativa ai cosiddetti “effetti impattanti”, di tre opere vicentine, messe sotto osservazione dall’Unesco e, con le quali il comune di Vicenza si trovò a dover fare i conti: la nuova caserma americana de Din, il nuovo complesso del Tribunale e l’alta velocità ferroviaria. La questione infatti, tra mille passaggi e raccomandazioni successive, non è ancora giunta ad un esito definitivo.