Gli Stati Uniti tendono un ramoscello d’ulivo all’Europa – tramite la Germania – e contemporaneamente alla Russia. Ammettendo come inevitabile una situazione a cui era obiettivamente troppo difficile opporsi, se non al costo di una durissima guerra economica di cui nessuno sentiva il bisogno.
La Casa Bianca ha comunicato nei giorni scorsi come non sanzionerà nessuna azienda, e nessuno stato, coinvolto nella costruzione del gasdotto North Stream 2. Oramai completato per il 98% e prossimo all’allacciamento con i fondali tedeschi del Mare del Nord.
Una chiave di lettura fin troppo circolata – e che avrebbe visto Trump vicino a Putin e i Democratici ostili al presidente russo – viene smentita e ribaltata categoricamente un’altra volta. Dopo le sanzioni comminate dalla precedente amministrazione USA al consorzio North Stream AG, insieme a diverse aziende coinvolte nella sua realizzazione, i Dem, pur ammettendo la (piccola) sconfitta per l’interesse nazionale americano, rivedono le posizioni oltranziste di Trump e accettano come dato di fatto la solida alleanza russo-tedesca.
Dietro la decisione, la volontà di riallacciare proficui rapporti con la Russia (oggi ai minimi storici) e soprattutto con la Germania; sentitasi tradita dagli exploit in politica estera dell’ex presidente.
Il North-Stream 2 raddoppierà l’esistente North-Stream, aumentando il gas russo disponibile per l’Europa aggirando la rotta ucraina a causa delle perduranti ostilità con Kiev.
Washington avrebbe voluto rimpiazzare il gas russo con copiose forniture di shale gas proveniente dai suoi giacimenti; ma il suo altissimo costo di produzione, lo rendeva sconveniente per il mercato europeo.
Federico Kapnist