Stop esenzione della Web Tax per le startup e piccole imprese: una modifica in manovra di bilancio rischia di affondare le realtà più piccole.
La Web Tax, inizialmente pensata per tassare i giganti del Tech nel nostro Paese, potrebbe diventare, dal 2025, una tassa per tutte le realtà tecnologiche e le imprese che operano nel settore tech, incluse startup e piccole imprese. Si tratterebbe di un colpo durissimo da sopportare, e che rischierebbe di affossare centinaia di aziende.
Web Tax per le startup e piccole imprese
La manovra di bilancio in discussione in questi giorni sta creando parecchio scompiglio, e non sembrano esserci settori esenti da critiche. Dal punto di vista della tecnologia, in particolare, arrivano al governo accuse pesantissime. Nello specifico, in riferimento ad una modifica nella manovra di bilancio che modificherebbe sostanzialmente la Web Tax, e che metterebbe in difficoltà migliaia di startup e piccole imprese sul territorio italiano che operano nel campo del tech.
Ricordiamo infatti, che la Web Tax è una tassa nata nel 2018, con la legge n.145 del 20 dicembre. Si tratta di una misura rivolta unicamente alle grandi aziende tecnologiche, ossia quelle il cui fatturato superava i 750 milioni di euro globali, di cui almeno 5,5 generati in Italia. Infatti, nel nostro Paese c’era bisogno di tassare i giganti della tecnologia, che traevano enormi profitti dal nostro territorio, senza una contribuzione proporzionata. Fin qui nulla di strano, anzi. Il problema sorge con la modifica apparsa in manovra di bilancio: la web tax potrebbe essere estesa anche alle startup e alle piccole imprese.
La modifica in manovra di bilancio
A modificare la Web Tax è l’articolo 4 della manovra di bilancio 2025, che estende a tutte le aziende che offrono servizi digitali in Italia l’obbligo di pagare la tassa. In questa estensione quindi, sono incluse non solo le piccole e medie imprese, ma anche le startup. Questa scelta da parte del governo rischia di mettere in ginocchio l’intero settore, e di dare il colpo di grazia alle aziende che attualmente si trovano in perdita. Una tassa di questo tipo potrebbe scoraggiare l’apertura di nuove aziende, e colpisce direttamente chiunque tenti di portare innovazione e sviluppo nel nostro Paese.
Queste, al contrario, dovrebbero ricevere supporto e agevolazioni da parte del governo. Questo afferma Giulia Pastorella, esponente di Azione che si è fatta sentire in prima linea contro la modifica della manovra di Bilancio. Al giorno d’oggi investire nel digitale non è facile, ma con una tassa in più, il peso economico rischia di diventare insostenibile, e di impedire nuove aperture, ampliamenti nell’organico e nuovi progetti. Il testo non è ancora stato approvato, e non resta che sperare che questa modifica sparisca dalla manovra, così come è apparsa.