Anche quest’anno si è svolto, a Verona, il 22 e 23 ottobre, il Forum Economico Eurasiatico. L’iniziativa, promossa dall’Associazione Conoscere Eurasia è giunta alla sua XIII edizione. Nella bellissima cornice del Palazzo della Gran Guardia il Console Onorario russo, Prof. Antonio Fallico ha riunito molte personalità del mondo politico, economico-finanziario ed imprenditoriale provenienti sia dalla Russia che dall’Italia.
Tra i tanti nomi segnaliamo la presenza tra i relatori di Romano Prodi, Massimo D’Alema, Barbara Beltrame (Vice Presidente di Confindustria), Marco Tronchetti Provera, Denis Manturov (Ministro dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa), Igor Sechin (Presidente e Amministratore Delegato, Rosneft) e tanti altri.
Massimo D’Alema, precisando che parlava solamente a titolo personale ha affermato che: “Oggi l’Occidente è una grande potenza che sta vivendo una vecchiaia rancorosa. Sono preoccupato per questo mondo occidentale, ostile a tutto il resto del mondo: ostile nei confronti della Russia, nei confronti dell’Islam, pronto a sanzioni contro l’Islam sciita dell’Iran e ostile tanto alla Turchia quanto alla Cina”.
D’Alema ha anche spiegato di “non essere affatto un sostenitore delle sanzioni”, che al contrario ritiene controproducenti. Anche se non è possibile per il Vecchio Continente avere una politica divergente da quella americana, “l’Europa ha un suo compito nel rapporto con gli Usa – ha proseguito D’Alema – rappresentando un territorio dove prevale la cultura, la diplomazia, la tradizione giuridica, mentre gli Usa si sono sempre presentati forti della loro supremazia militare”.
Tutti i partecipanti, anche quelli che non si sentivano rappresentati dalle posizioni politiche di D’Alema, hanno convenuto sulla sua analisi sull’inopportunità delle sanzioni contro la Federazione Russa. Io aggiungo sanzioni imposte dal Governo americano che creano grande danno all’economia della nostra Regione che aveva grandi esportazioni verso la Russia.
Basti pensare che nel 2016 il Veneto esportava in Russia beni per 60 miliardi di euro attestando l’export della regione al secondo posto in Italia dopo quello lombardo e subito prima di quello emiliano-romagnolo. Le esportazioni venete coprivano una fetta pari al 14% del valore dell’export totale italiano, mostrando una crescita annua del 5,3%, a dispetto del 3,8% della media nazionale. Se si considera il Pil regionale pari a 148 miliardi di euro, si deduce che l’export ne costituiva oltre un terzo del valore complessivo.
Al termine della due giorni di intensi dibattiti ci si è dati appuntamento al prossimo anno con la speranza di trovarci in un Mondo libero dalla piaga del Covid-19 e soprattutto, come ha dichiarato il prof. Antonio Fallico: “Siamo in presenza di un avvenimento epocale che riguarda la sanità – prosegue Fallico -. Si tratta del prodotto di uno sviluppo economico che perseguiamo da anni. Questo è il momento di eliminare i pregiudizi e le barriere geopolitiche. Lo possiamo fare, si può finanziare la scienza. Le grandi potenze, Stati Uniti, Europa, Cina, Russia, Giappone, possono avviare assieme uno sviluppo più umano.
‘Oggi si conosce il prezzo di tutto, ma non si conosce il valore di niente’, diceva Oscar Wilde. Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Come dopo la Seconda Guerra Mondiale, è il momento di affrontare assieme le sfide che abbiamo davanti. Non possiamo fare altro che condividere le sue parole e sperare che la fine di questa emergenza sanitaria porti anche la fine delle sanzioni ed uno sviluppo della cooperazione economica tra il nostro Paese ed il mondo euroasiatico.
Massimo de Caro