La guerra nello Yemen non sembra conoscere fine.
Dopo diverse settimane in cui i ribelli Houthi avevano preso il sopravvento, sembrando beneficiare delle limitazioni poste da Washington alla coalizione filo-governativa a guida saudita, la situazione si è ora invertita.
Gli Houthi avevano rifiutato tutti i possibili accordi di pace che la controparte, coadiuvata dalla comunità internazionale, aveva proposto. L’ultimo tentativo, il 22 marzo scorso, è naufragato; con i ribelli che hanno preferito continuare le operazioni sul campo piuttosto che trattare. Il tempo, però, non ha dato loro ragione. E ora, dopo alcune sconfitte, si trovano assediati anche nel governatorato-chiave di al-Bayda. Vicino alla capitale Sana’a e importantissimo sotto il profilo economico e strategico.
L’esercito regolare, coadiuvato dalle forze della coalizione capeggiata dall’Arabia Saudita e da formazioni spontanee delle tribù locali, sta piano piano riconquistando diverse aree precedentemente occupate dagli Houthi. E non sembrano esserci all’orizzonte spiragli per una tregua.
Federico Kapnist