Nei giorni scorsi la ministra per il Sud, Mara Carfagna, ha parlato di Zes (Zona economica speciale). E ha annunciato che il Governo Draghi sta lavorando per una riforma organica delle Zone economiche speciali, che oggi rischiano di essere scatole vuote. La notizia è rimbalzata subito nella sede di Confartigianato Belluno, che da anni spinge per la creazione di una Zes anche nella provincia dolomitica.
“Abbiamo lanciato la proposta diversi mesi fa e abbiamo raccolto l’approvazione anche dalle altre associazioni di categoria – afferma la presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella -. A questo punto, di fronte a una riforma delle Zes, abbiamo l’occasione per poter inserire anche la creazione della Zona economica speciale del Bellunese“.
Le Zes sono regioni geografiche dotate di una legislazione economica differente rispetto alla legislazione nazionale. Vengono solitamente create per attrarre maggiori investimenti e per dare la possibilità alle imprese di agire con spazi di manovra più ampi. Al momento la maggior parte di Zes si trova concentrata al Sud, create ad hoc per rilanciare l’economia di aree depresse o marginali.
“Marginalità e periferia sono mali di cui soffre anche il Bellunese, e non certo da oggi – commenta il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso -. La nostra proposta parte da lontano, dai dati della Cgia di Mestre sui problemi della provincia, che paga la crisi demografica prima ancora che quella infrastrutturale. In questo quadro, si inserisce il Covid che sicuramente porterà effetti ancora per diverso tempo. Pensare quindi a una fiscalità di vantaggio e a condizioni particolari per il mondo delle imprese diventa fondamentale. Non solo per Belluno, ma per il Veneto, perché la Zes bellunese potrebbe essere collegata allo sviluppo delle aree logistiche della pianura”.
“Rivolgo un appello ai parlamentari bellunesi e ai ministri veneti: troviamo la convergenza più ampia possibile su questo tema – conclude la presidente Scarzanella -. Ne va del futuro della montagna”.