Il governo sta per nominare un commissario per la Zls del Polesine, per imprimere un’accelerazione alla realizzazione delle zone logistiche semplificate, chiamate a rilanciare l’economia dei territori deindustrializzati. Lo ha detto il ministro per il Sud Mara Carfagna, dopo la nomina, nei giorni scorsi, del primo commissario, “inviato” alla Zls d’Abruzzo.
La Carfagna, infatti, ha annunciato di aver “predisposto una riforma della governance delle Zes che entrerà nel decreto Semplificazioni e che prevede un regime di autorizzazione unica in capo al commissario”. Insomma, le zone logistiche semplificate, come le “cugine” zone economiche speciali, saranno commissariate dal governo, che nominerà – alla testa di ogni Zes/Zls – un tecnico che risponderà direttamente a palazzo Chigi e che sarà chiamato a realizzare tutti i passaggi, formali e normativi, per arrivare alla piena attuazione del programma, finanziato con fondi europei.
“Il commissario – ha spiegato ancora la Carfagna – sarà il vero interlocutore istituzionale per chi decide di investire in queste zone, avrà una sua struttura e poteri autonomi”. I territori verranno spogliati della loro “autonomia decisionale” sull’attuazione delle Zls/Zes, ma procedure saranno decisamente più snelle e veloci.
Il governo inoltre prevede di finanziare le zone economiche speciali con una decisa iniezione di liquidità: “Ci sarà un incremento dei crediti di imposta da 50 a 100 milioni – ha annunciato ancora il ministro – perché investire nelle Zes deve essere rapido e conveniente”.
La Carfagna si è detta “perfettamente consapevole dei danni che sta creando la deindustrializzazione di intere zone, e di come la pandemia abbia peggiorato le cose interrompendo i flussi commerciali e turistici e gli investimenti”. E allora, “la soluzione, come proviamo a fare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha detto ancora l’esponente di Forza Italia all’interno dell’esecutivo Draghi – è stimolare la riconversione industriale, anche attraverso forti investimenti in ricerca, logistica, digitale e transizione ecologica, per riportare l’industria italiana sulla frontiera della competizione globale”.